Quando a un mio cliente ho proposto di realizzare l'impianto elettrico facendo uso di soluzioni domotiche lui ha storto il naso e mi ha risposto "Sinceramente non siamo interessati a controllare casa dal cellulare". In seguito a questa risposta ho giustificato la domotica dicendo che essendo un vecchio edificio la domotica permetteva di ridurre notevolmente il numero di fili e di conseguenza gli scassi che avrebbe dovuto fare il muratore.
Dopo più di due mesi, alla chiusura dei lavori, istruendo il cliente il cliente sugli accorgimenti per mantenere l'impianto efficiente, ho precisato che avevo previsto dei pulsanti di spegnimento generale delle luci in prossimità delle uscite; mi ha risposto: "Figata!".
Lo scambio di opinioni col il cliente mi ha portato a chiedermi che cosa possa significare nel concreto il termine domotica. Per me la domotica è comodità, è "home, sweet home" (casa, dolce casa).
Ma nello specifico?
Tre esempi:
Ma allora perchè il mio cliente al termine domotica ha pensato subito al cellulare? Ho chiesto a Google e la sua risposta è stata:
Di questi quattro annunci solo uno non cita lo smartphone. Ma quando arrivo a casa con entrambe le mani impegnate dalle borse della spesa preferisco premere un'interruttore con il gomito e accendere la luce oppure posare le borse, prendere il cellulare, apprire l'applicazione e accendere la luce?
Siamo sicuri di voler banalizzare tutto quello che la domotica può offrire ad un solo componente (il web server) il cui costo è e circa il 5-8% rispetto al prezzo dell'impianto domotico?
Io no, altrimenti non avrei neanche iniziato a scrivere.
Nel prossimo articolo parlerò della domotica vista come comunicazione.
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